L'approccio ad un piano urbanistico

Presso il dipartimento SIMAU dell’Università Politecnica della Marche è stata svolta, da ricercatori e docenti in Urbanistica e Pianificazione del Territorio, l’analisi di circa trenta Piani Regolatori Generali di comuni appartenenti a diverse regioni italiane. L’obiettivo è stato quello di trarne una comparazione selezionando aspetti comuni a tutti i piani in questione. Dalla ricerca è emerso che non tutte le caratteristiche di un piano sono interfacciabili, tuttavia è stato possibile produrre delle schede comparative in cui vengono sintetizzate le scelte che hanno portato alla creazione del piano ed alla definizione della sua qualità. Quest’ultima può avere diversi significati ed in ambito urbanistico viene specificata secondo quattro tipologie: la qualità del piano, nel piano, con il piano ed oltre il piano. Di complessa natura è anche la possibilità di apportare delle “misurazioni” al piano, ovvero di valutarne l’efficacia o meno secondo un determinato aspetto. Un esempio potrebbe essere “la capacità di un piano di coinvolgere varie categorie di persone nella sua costruzione”. A riguardo possiamo intendere che, nel corso degli anni, si sia venuto a creare un differente tipo di approccio al piano urbanistico e ciò è in linea con la variazione del suo metodo di pianificazione. Di fatti l’istituzione locale non ricopre più un ruolo globale nell’attività di governo, ma largo spazio viene lasciato a figure, sia private che pubbliche, provenienti dal mondo produttivo. Sono diversi infatti gli organismi che collaborano nella redazione di un piano ed ognuno di essi mira a far convergere le scelte verso i propri interessi. Che si chiamino lobby o in altro modo, quello che importa è che tale consenso arrivi dal basso, cioè dalla società civile a cui viene data l’opportunità di interagire con la macchina decisionale che porta alla realizzazione di un piano. Tale architettura pianificatrice non può, in qualsiasi caso, eludere l’efficacia ultima dello strumento urbanistico, sia sotto il profilo formale che funzionale. Intervenire sull’approccio significa dunque definire dei criteri guida atti a far emergere la qualità del piano senza dover imporre regole deterministiche per evitare che singoli aspetti prevalgano su altri. Quello che non deve sfuggire di mano è infatti la visione d’insieme del piano e la sua integrità sotto i vari aspetti di cui è composto.


Recensione a cura di Matteo Cantiani

Fonte: "M Territorio" vol.2 (Rivista di testimonianza urbanistica, socio-economica e culturale)

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